Quando, da bambina, mi chiedevano cosa avrei fatto da grande, non ho mai risposto che volevo dipingere. La passione per il disegno e, soprattutto, per il colore era per me tanto istintiva e naturale che credevo fosse comune a tutti gli altri bambini, come giocare o correre. Proprio questa “passione” mi ha spinto, poi, a scelte anche radicali; passione coltivata con tenacia, indirizzata da uno studio e un confronto continui. Frequentare l’Accademia di Belle Arti è stato molto importante. Il confronto quotidiano coi docenti e i colleghi non era solo stimolante, ma indispensabile per indirizzare il mio lavoro e approfondirlo. Così la “fuga” da Rimini, allora provinciale, è stata essenziale per trovare poi le radici della mia poetica proprio negli aspetti di una vita quotidiana che potrebbero sembrare marginali o apparire banali a chi guarda in maniera superficiale. Dipingo angoli di una Rimini che, da soli, ne giustificano la bellezza. E poi, il mare…
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